Vaccino antinfluenzale e co-somministrazione, opportunità anche in Veneto

Tra meno di un mese, il 2 novembre, partirà la campagna antinfluenzale in Veneto. La novità di poter co-somministrare il vaccino antinfluenzale insieme a quello antiCovid-19, come indicato dalla circolare del 2 ottobre scorso del Ministero della Salute, potrebbe favorire anche l’intercettazione di pazienti che non hanno concluso il ciclo per il Sars-Cov-2 o addirittura non l’hanno nemmeno iniziato. Una speranza che la dottoressa Viviana Coffele, direttrice del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Aulss 9 Scaligera e direttrice dell’Ufficio Qualità e Accreditamento, condivide con prudenza. “Bisognerà vedere se la nuova indicazione riuscirà a infondere fiducia nei soggetti dubbiosi verso il vaccino contro il Covid19. Certo, la campagna antinfluenzale dello scorso anno ha avuto una buona adesione, però non si può prevedere in questo momento se ci sarà un cambio di passo”. 

La nota ministeriale, che recepisce il parere di Aifa, specifica la possibilità di somministrare insieme all’anti-Sars-Cov-2 un altro vaccino compreso nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, escludendo quelli vivi attenutati, per i quali valgono le precauzioni di almeno 14 giorni prima o dopo la somministrazione contro il Covid19. 

“L’obiettivo primario della circolare è, in questa fase, proteggere dall’influenza soprattutto i vulnerabili e le categorie a rischio, per i sintomi simili a quelli causati dal Sars-Cov-2 – continua Coffele –. Ci sarà quindi un’offerta attiva di antinfluenzale a chi si presenta per la terza dose e a chi deve completare il ciclo antiCovid. Nulla vieta che sia somministrato anche un altro vaccino incluso nel Piano di prevenzione, come l’anti-pneumococco sia per gli anziani sia per le categorie più giovani a rischio”.  

La pandemia ha impattato pesantemente sui Dipartimenti di prevenzione del Veneto, con un rallentamento delle vaccinazioni da calendario di prevenzione regionale, però, secondo Coffele, “non ha riguardato la fascia pediatrica dagli zero ai sei anni, garantendo la vaccinazione di base”. E altrettanto “sono state garantite le vaccinazioni post esposizione, come ad esempio quelle contro il tetano”. 

“Ora sono già ripartite le vaccinazioni rivolte agli adolescenti, come quello anti papilloma virus, contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite e meningite – sottolinea la direttrice del Sisp scaligero –. Per l’adulto erano stati differiti l’antipneumococco e l’anti Herpes Zoster, però con il decremento dei casi di infezioni da Sars-Cov-2 e la riduzione evidente dei ricoveri ospedalieri, già da giugno 2020 è ripresa la campagna vaccinale. Con il nuovo piano regionale di sanità pubblica dello scorso giugno, poi, è stata indicata la ripresa per categorie target del Piano vaccinale regionale, e ad oggi siamo a buon punto.” 

Per gli over sessantacinque si è vicini al recupero dei cicli vaccinali. “Per alcune classi di età abbiamo già concluso la chiamata attiva per l’Herpes Zoster e l’antipneumococco, mentre abbiamo sempre mantenuto la copertura per le categorie a rischio”, continua la direttrice del Sisp dell’Aulss9 Scaligera.  

Nonostante la dilazione delle attività vaccinali obbligata dalla gestione della pandemia, non sono emerse particolari criticità sul fronte delle malattie batteriche invasive prevenibili grazie al vaccino. 

“Il controllo sulla diffusione di queste patologie ha comunque retto, senza alcun caso clinico registrato in Veneto e nell’Aulss 9. Anche sul fronte meningite, abbiamo ripreso la vaccinazione per i quindicenni, che proponiamo attivamente con il trivalente e l’antipolio. Gli obiettivi di copertura sono confortanti: per la fascia dei primi due anni di vita ci si attesta al 95%”, riporta Coffele. 

Una conseguenza positiva dell’emergenza sanitaria è stata la collaborazione con i medici di base e con i reparti ospedalieri, nei quali si vaccinano i più fragili che necessitano di un ambiente protetto: pazienti oncologici, trapiantati o in attesa di trapianto, che preferiscono affidarsi allo specialista. A fianco di questa opportunità “c’è un asse di collaborazione con i Sisp e con i Centri di vaccinazione della popolazione (CVP), cui accedono persone indicate dalle unità operative degli ospedali – conclude la direttrice del Sisp scaligero -. Sarà ancora più importante questa interazione con i servizi del territorio all’avvio della campagna contro l’influenza. È a buon punto il coordinamento con i direttori medici dei centro servizi per anziani, da cui partiremo sia con l’antinfluenzale sia con l’antipneumococco, e altrettanto ci stiamo coordinando con i medici di famiglia. E speriamo di intercettare i soggetti che non si sono ancora vaccinati contro il Covid. Anche per questo la collaborazione è fondamentale”.  

(Adnkronos)