“Il settore della frutta in provincia di Mantova rischia di scomparire se non verranno presi al più presto provvedimenti contro il flagello della cimice asiatica“. A lanciare l’allarme è il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, all’indomani della raccolta delle prime segnalazioni di danni causati dall’insetto in provincia.
Secondo i prima dati raccolti dall’ufficio di via Fancelli la batosta più grave l’hanno subita pere e pesche, con in media rispettivamente il 70% e il 90% di piante danneggiate (frutti non commercializzabili), ma con punte che, in alcune zone, toccano anche il 100%. In crisi anche l’actinidia (pianta del kiwi), con in media il 40% di danni e punte del 90%, e le mele, con in media il 50% di danni e punte del 70%. Per albicocche e susine le segnalazioni sono ancora parziali, ma parlano anche in questo caso di una media dell’80% di danni, con punte del 100%.
“È una vera e propria ecatombe” – aggiunge Cortesi, che sottolinea anche come questi dati siano ancora provvisori e che i danni a soia e orticole non sono ancora stati quantificati.
Da Confagricoltura Mantova anche una prima stima del danno economico causato dalla cimice asiatica in provincia. Ipotizzando un danno medio del 60% sui 1.743 ettari di frutta presenti nel mantovano, si raggiungono quasi i 9,5 milioni di euro di danno su tutto il territorio provinciale.
Da qui la necessità di segnalare i danni da inviare all’Utr Lombardia. L’apertura dello stato di calamità naturale da parte del Ministero, dopo le opportune verifiche in campo, darebbe infatti diritto a un rimborso danni.
“Auspichiamo poi una forte accelerazione nell’iter di inserimento della vespa samurai – conclude Cortesi – ad oggi l’unica alternativa prospettata alla proliferazione della cimice asiatica”.