GUIDIZZOLO – Il 24marzo, nell’80esimo anniversario del massacro della Forsse Ardeatine a Roma, verrà posta una pietra d’inciampo a Guidizzolo sul marciapiedi davanti alla casa dove visse Bruno Rodella l’unico mantovano morto nell’eccidio.
Il programma della giornata vedrà alle ore 10 la messa nella chiesa di Guidizzolo e alle 11,30 la cerimonia dello scoprimento della pietra d’inciampo dove interverranno il sindaco Stefano Meneghelli e il prefetto di Mantova Gerlando Iorio. A tutti i presenti sarà consegnato un fascicolo sulla figura di Bruno Rodella curato dall’Associazione San Lorenzo.
Rodella nacque a Guidizzolo il 17 ottobre 1917 e nel 1933 si trasferì con la famiglia a Roma. Nel giugno 1940, quando stava per finire gli esami di giurisprudenza per poi laurearsi, scoppiò la guerra e quindi venne chiamato alle armi come Sottotenente dei Bersaglieri e assegnato alla Divisione Piave.
Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, riuscì con uno stratagemma a salvarsi dalla cattura dei tedeschi, insieme con una decina di suoi commilitoni, ufficiali e soldati, che trovarono rifugio in una scuola per sfuggire alla cattura. Aderisce alla Resistenza. La mattina del primo gennaio 1944, Rodella, venne fermato in Piazza Re di Roma durante un rastrellamento nazifascista finalizzato alla cattura dei soldati italiani disertori: ha con sé tre Carte di identità, una vera e due false.
Il 22 marzo 1944 venne processato e condannato dal Feldgericht (il Tribunale Militare di Guerra tedesco) a 15 anni di reclusione per il grave reato continuato di “propaganda ed attività ostili ai tedeschi e di distribuzione di volantini e giornali clandestini”.
ll pomeriggio del 24 marzo 1944 fu prelevato dai nazisti da Regina Coeli e condotto alle Cave Ardeatine è trucidato insieme ad altri 334 patrioti.