In aumento i furti di beni culturali: lo dice il bilancio dei Carabinieri del Tpc Lombardia

Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza che opera in tutta la Lombardia nel corso del 2021, nell’ambito delle molteplici attività investigative  ha deferito in stato di libertà 92 persone tra cui 36 per ricettazione, 12 per furto e ben 31 per contraffazione di opere d’arte. Un anno che ha sì registrato un aumento dei furti di beni culturali (26 nel 2020 e 51 nel 2021), ma in cui si è riusciti a sottoporre a sequestro oltre 200 beni antiquariali, archivistici e librari nonché 416 beni archeologici.

I carabinieri sono stati impiegati non solo in attività repressiva, ma anche e soprattutto in quella preventiva: sono stati 19 i sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei/biblioteche/archivi, 33 alle aree archeologiche; 60 i controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici / monumentali ed oltre 300 i controlli ad esercizi antiquariali e commerciali.

Oltre 2000 i beni culturali sottoposti ad accertamento fotografico mediante la comparazione con le informazioni contenute nella “Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente sottratti”, la banca dati di opere d’arte rubate più grande del mondo e strumento investigativo fondamentale nella quotidiana attività di tutela del Nostro patrimonio culturale.

Tra gli eventi maggiormente significativi del 2021 si segnalano:
la restituzione, al Libano, di una lastra contenente 13 pesci fossili (diplomystus), risalente al periodo Cretaceo libanese (145,5 – 65,5 milioni di anni fa)

il sequestro e la restituzione dell’opera intitolata “Loth avec ses deux filles lui servant à boire”, razziata nel 1944 dai Nazisti ai danni una famiglia di ebrei residenti in Alsazia, a Strasburgo

Il dipinto a olio su tela “Venere e Amore”, attribuito all’artista napoletano Domenico MORELLI (1826-1901), è stato recuperato dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. Il recupero dell’opera, delle dimensioni di 22×42,5 cm, è stato possibile grazie alle attività di controllo e alle mirate verifiche che il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) svolge sui cataloghi d’asta nazionali ed esteri. L’indagine era stata avviata il 2 marzo 2020 dai Carabinieri monzesi su segnalazione dei militari della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, che gestisce la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo. I Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma avevano individuato il bene in vendita presso una casa d’aste romana. I primi accertamenti condotti dallo speciale Nucleo brianzolo hanno permesso di appurare che il bene era effettivamente quello trafugato, insieme ad altri, la notte tra il 17 ed il 18 gennaio 1996 da un esercizio antiquariale milanese. Nel corso delle investigazioni è quindi emerso che un privato romano aveva commissionato la vendita del bene d’arte alla casa d’aste capitolina.
Il dipinto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato restituito al legittimo proprietario.

la “Madonna con Bambino” attribuita all’artista Marco D’Oggiono (1470/1524) trafugata nella metà del XX sec. dalla pinacoteca della “Veneranda Biblioteca Ambrosiana è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario

Il dipinto a olio su tela raffigurante “Santa Margherita da Cortona” è stato restituito dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. L’indagine era stata avviata nel decorso mese di aprile, quando il bene è stato individuato in un esercizio di commercio antiquariale di Cremona nel corso di uno dei consueti controlli amministrativi. I militari del Nucleo brianzolo hanno immediatamente provveduto a verificare la presenza del dipinto nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo. L’esito positivo dell’accertamento ha consentito di verificare che il dipinto era parziale provento di furto consumato il 22 gennaio 1985 nella Chiesa di San Bassano di Pizzighettone (CR). Le conseguenti investigazioni hanno permesso di deferire alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cremona uno dei soci dell’attività commerciale ispezionata che lo aveva acquistato in un mercatino antiquariale milanese. La tela, su disposizione dell’autorità giudiziaria che ha coordinato l’attività investigativa, è stata restituita all’Ente ecclesiastico di appartenenza.

-dopo 75 anni è stato restituito ai legittimi eredi il disegno attribuito all’artista emiliano Giacomo Cavedone (1577 –1660), realizzato a gessetto su due lati e intitolato “A study of a priest holding a book” (recto) e “a study of the standing figure of a young soldier” (verso), recuperato dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza, con la preziosa collaborazione dell’ Holocaust claims processing office di New York e Federal Bureau of Investigation (FBI). Il disegno fu sequestrato da una villa a Brno nel 1939, poi venduto a un’importante casa d’aste londinese nel 1946, acquistato in seguito da un mercante d’arte finlandese e da uno veneziano poi. l’opera insieme ad altre settecento appartenenti alla collezione di disegni di antichi maestri era custodita in una casa privata a Brno. nella primavera del 1939 l’abitazione fu confiscata dalla Geheime Staatspolizei (Gestapo) che, secondo quanto è stato possibile ricostruire, trasformò lo stabile in alloggi per i soldati. secondo le deposizioni di diversi testimoni, l’intera collezione di disegni, che si trovava nella villa, vi rimase anche dopo lo sfratto dei proprietari, ma il destino della maggior parte delle opere della collezione non è del tutto noto.