Prelievo contanti, esiste un limite?

(Adnkronos) – Quanti soldi si possono prelevare al mese e quanti se ne possono versare? Esiste un limite al prelievo di contanti e si è soggetti a controlli o indagini per importi consistenti? A rispondere sono gli esperti de La Legge Per Tutti, sito di informazione e consulenza legale. 

Queste, affermano gli esperti, “sono domande piuttosto frequenti per chi è titolare di un conto corrente postale o bancario. Ma a tutte queste si può dare una risposta abbastanza semplice: non esiste alcun divieto a prelevare somme dal conto, neanche se queste dovessero essere particolarmente elevate. Si può tuttavia incorrere in qualche rischio”. Ecco, dunque, allora alcuni chiarimenti pratici sull’argomento.
 

Quanti soldi si possono prelevare in banca – “Non c’è una legge che fissi un tetto ai prelievi dalla banca. Ciascun cittadino può, in teoria, prelevare tutto il proprio deposito in un’unica soluzione. Non importa a quanto ammonti. Il dipendente di banca o il funzionario non potranno porre dei limiti o divieti, salvo – come vedremo a breve – chiedere spiegazioni. Ma tale richiesta non costituisce un’indagine o una forma di controllo”. 

Quanti soldi si possono prelevare alle poste – “Stesso discorso vale per quanto riguarda il conto corrente postale. Il titolare del conto può chiedere i contanti in qualsiasi momento, senza che lo sportellista possa inibirglielo o imporgli limiti”.  

Limite prelievi/versamenti dal conto e tracciabilità – “Il luogo comune – come appena visto, completamente errato – secondo cui esisterebbero dei limiti ai prelievi dal conto deriva dall’interpretazione non corretta che molta gente fa delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti. Norme che, come noto, stabiliscono un limite allo scambio di contanti tra soggetti diversi (per tutto il 2022 tale limite è 2.000 euro; dal 1° gennaio 2023, il limite dovrebbe scendere a 1.000 euro). Ebbene, tali regole non valgono invece per i prelievi e i versamenti dal conto corrente. La ragione è semplice. I limiti di utilizzo dei contanti si applicano solo quando i soldi vengono scambiati tra soggetti diversi (ad esempio per vendite, donazioni, prestiti, ecc.). ma non anche quando rimangono in mano dello stesso soggetto, cosa che succede appunto in caso di prelievi e versamenti dal conto: il proprietario del denaro resta sempre il correntista mentre la banca è una mera depositaria. Dunque, i limiti di tracciabilità dei pagamenti non valgono per i prelievi e versamenti dai conti correnti. 

Cosa succede se prelevo più di 2000 euro – “Per quanto abbiamo appena detto, il correntista che preleva più di 2.000 euro dal conto non rischia alcunché, né da un punto di vista fiscale, né penale, né amministrativo. A breve, vedremo però che, per somme superiori, si può essere “segnalati”: segnalazione che tuttavia non dà luogo a controlli fiscali o a sanzioni”. 

Prelievi in banca e controlli fiscali – “Eventuali prelievi di contanti dal conto corrente, bancario o postale, non sono soggetti a controlli fiscali. Ciascun cittadino può quindi prelevare dal conto quanto vuole. E se anche tale dato è comunque conoscibile dall’Agenzia delle Entrate – che, tramite l’Anagrafe dei rapporti finanziari può sapere tutte le movimentazioni in entrata e in uscita – esso non può originare un accertamento o una richiesta di chiarimenti. A meno che non si è imprenditori: per questi ultimi esiste l’obbligo di indicare in contabilità tutti i prelievi superiori a 1.000 euro al giorno o comunque a 5.000 euro mensili. Non si tratta quindi di un divieto ma di un obbligo di giustificazione, la cui violazione genera un controllo fiscale. 

Se è vero dunque che, per tutti gli altri contribuenti, i prelievi dal conto non sono soggetti a segnalazioni al fisco e non possono fondare verifiche, diverso è il discorso per i versamenti in contanti e i bonifici ricevuti: per questi ultimi l’ufficio delle imposte può chiedere spiegazioni, potendo infatti sospettare che si tratti di redditi imponibili (ossia “da dichiarare”). E in tal caso il contribuente deve fornire spiegazioni fondate su prove scritte”. 

Quanti soldi si possono prelevare al mese – “Esiste una normativa, la cui finalità è completamente diversa da quella del contrasto all’evasione fiscale, che è rivolta a prevenire e punire la commissione di reati gravi come il contrabbando e la criminalità organizzata. A tal fine, tutte le volte in cui il prelievo è superiore a 10.000 euro in un mese – anche se frazionato – il dipendente della banca è tenuto a chiedere al correntista le ragioni del prelievo medesimo. Se vi dovesse essere il sospetto che, dietro l’impiego del denaro si nascondano finalità illecite, la banca è tenuta a fornire informazione alla Uif (Unità di informazione finanziaria). È la cosiddetta Sos (segnalazione di origine sospetta). La Uif, fatte le dovute valutazioni, deciderà se informare di ciò la Procura della Repubblica per ulteriori indagini sul correntista. 

È chiaro però che se il correntista dovesse fornire, come motivazione, la necessità di pagare una persona verrebbe sanzionato (a livello amministrativo) ai sensi della normativa sull’antiriciclaggio che, come detto, non consente pagamenti ad un’unica persona per importi da 2.000 euro a salire. Sarebbe quindi lecito, ad esempio, dire alla banca che i soldi servono a pagare più artigiani e operai che stanno svolgendo lavori di ristrutturazione”.  

Quanti soldi si possono prelevare al bancomat – “Per i bancomat vigono le stesse regole; tuttavia, il contratto stipulato con la banca può stabilire dei limiti solo per contenere i danni in caso di furto o di smarrimento della tessera”, concludono gli esperti. 

(Adnkronos)