Allarme inquinamento del Chiese con i maxi depuratori del Garda

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BASSO GARDA/ALTO MANTOVANO – Una lettera aperta ai sindaci per annunciare decise azioni, non esclusa quella giudiziaria, volte a contrastare la realizzazione dei maxidepuratori del Garda a Gavardo e Montichiari.
E’ quella firmata da Gianluca Bordiga, portavoce del “Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il lago d’Idro”, sodalizio che raggruppa diciannove realtà ambientalistiche bresciane, mantovane e trentine. Tante secondo le associazioni, le motivazioni del no al progetto ad iniziare dalla “decisione illogica di portare i reflui del lago in un altro bacino, pompandoli su un’altitudine di 150 metri per scavalcare le colline moreniche. Erronea è pure la finalità di fondo, secondo cui si vorrebbe utilizzare l’enorme quantità di acqua proveniente dal Garda per conferirla al comparto agricolo della pianura bresciana e mantovana, allo scopo di continuare a irrigare con il metodo a scorrimento, che determina consumo e spreco grandissimi”.
Le associazioni fanno anche presente che ci sarebbero rischi di inquinamento del fiume Chiese, già pesantemente ammalorato, (vedi il gravissimo caso di fine agosto 2018) per gli effetti del depauperamento delle sue acque a causa delle esigenze del settore agricolo che lo desertificano per lunghi tratti, rischi che potranno verificarsi considerando che la quasi totalità dei Comuni gardesani non dispone della separazione tra acque bianche e nere. In caso di forti piogge si innescherebbe il sistema bypass, inevitabile, che scaricherebbe i reflui direttamente nel fiume Chiese senza alcuna depurazione”